Conan (2011)

http://www.imdb.com/title/tt0816462

E così, dopo quasi trent'anni di distanza dal Conan interpretato da Arnoldo Scassacareghe, ecco una nuova panzana sui grandi schermi, con l'immancabile “esperienza” tridimensionale di cui si farebbe benissimo a meno.

Immagino che la storia di questo fortissimo e coraggiosissimo Cimmero sia ben nota. Beh, forse no, ma cambia poco: c'è il buono e rude barbaro (Conan) che vuole vivere libero e c'è il brutto e cattivo che vuole diventare il padrone del mondo. Dopo un'ora e mezza abbondante di bagni di sangue, teste spaccate, incantesimi, belle bionde e bei maschioni (anzi, un bel maschione) seminudi, il nostro ce la fa e riprende la sua vita avventurosa di sempre.

La filosofia di vita di Conan è senza dubbio limpida come un lago di montagna: “Io vivo, dormo, uccido, e sono contento”. Questa è la punta massima di profondità e saggezza raggiunta dal barbaro. Ok, non si va a vedere Conan per una versione ridotta dell'Etica di un qualche filosofo dell'età moderna. Giusto. Passiamo alle cose importanti: gli scenari, gli effetti speciali e i combattimenti.

Gli scenari sembravano di cartone. Beh, non proprio, ma quasi. Il rendering non è certo impeccabile e i panorami mancano di suggestione. I combattimenti sono troppo veloci per essere gustati (la velocità nasconde gli errori) e l'impressione è che il film sia un'orgia di sangue. Anzi, un frullato di sangue, un'ubriacatura di violenza fine a se stessa.

Infine, c'è il problema del 3D. Optando per una soluzione più economica in 2D, il film si rivela per quello che è: fumo negli occhi. Quella che una volta si chiamava “profondità di campo” (ossia avere un'immagine con il primo piano e lo sfondo a fuoco) è assolutamente svanita. Il primo piano (tridimensionale?) appare incollato sullo sfondo in due dimensioni, e il risultato è assolutamente penoso.

Bocciato su tutta la linea: speriamo di essere a posto per i prossimi trent'anni.