Black Corridor, di Michael Moorcock (1969)

Dopo (o meglio, nel mentre della) la lettura faticosa e annoiata di Accelerando e grazie a un consiglio di mr. Bruce Sterling in persona (http://www.wired.com/beyond_the_beyond/2009/10/i-wanna-be-sci-fi-anarcheeee ) sono riuscito a trovare nella rete questo testo di Michael Moorcock (un OCR veramente ben fatto).

È la storia di questo imprenditore (ex costruttore di giocattoli), che fugge insieme ai suoi cari nello spazio per salvarsi da un mondo che ormai è in caduto irrimediabilmente nella violenza, nell'irrazionalità e nel più becero nazionalismo.

L'intreccio si basa sull'alternarsi di ricordi, sogni, incubi, log del computer di bordo. È scritto in maniera semplice, diretta e genuina, che lo rende fruibile a chiunque abbia una minima dimestichezza con la lingua della perfida Albione.

Come si può capire dal titolo stesso, il corridoio nero è un vero e proprio teatro della crudeltà. Se tutto il mondo scivola nella violenza, ci sarà scampo nelle immensità dello spazio?

Pur essendo passati ormai 40 anni, le tematiche che questo agile testo affronta non sono certo passate d'attualità. Consigliatissimo.